Ho cucinato pane per piu di 10 anni, ma il mio passatempo e' cambiato molto da quando ho comminciato. Mia madre ha comprato una macchina per fare il pane quando ero piccola, e mi ricordo pagnotte deliziose e leggere. I problemi erano solo che il braccio ha lasciato il pane con un buco, e il pane era sempre un po' umido perche passava un un periodo di raffreddamento dentro la macchina e si cuoceva con il vapore.
La mia famiglia era entusiasta per il “challah”, il pane dolce ebraico fatto con le uova, e coperto tipicamente con semi di papavero o sesamo (preferivamo il papavero). Il pane era piuttosto caro, e lo mangiavamo come una cosa speciale. A un certo punto, mia madre ha comprato qualche libro di ricette per la macchina, e un giorno mi e' venuta in mente l’idea di preparare il “challah” per una frazione del costo.
Onestamente, non mi ricordo il mio primo tentativo, ma sospetto che sia andato bene o non avrei continuato di farlo. La ricetta che usavo era semplice e perdonava abbastanza, e faceva una pagnotta ottima nonostante i miei sbagli e le mie dimenticanze. Siccome la macchina ha fatto l’impasto, io dovevo solo fare la treccia, lasciarla lievitare, lavarla con uova, metterci sopra i semi, a metterla nel forno. Dopo 30 o 40 minuti, avevamo tirato fuori quasi sempre una pagnotta calda, dolce, e deliziosa, e la mia famigla la divorava entusiasticamente, spesso con uno strato di “burro” (sono cresciuta negli anni ottanta – per noi, la margarina e il burro erano la stessa cosa e usavamo le due parole in una maniera completamente intercambiabile).
Mi ricordo vagamente i miei successivi tentativi di diversificare il mio portafoglio, che sono fallito miseramente la maggior parte delle volte. Il challah e' probabilmente a meta' fra un pane e una torta, e le uova e lo zucchero copioso producevano una consistenza eccellente nonostante la mia mancanza di tecnica. Fare il pane vero, d’altra parte, era un disastro, e conduceva nella la maggior parte dei casi a cio' che mio padre chiamava “fermaporte”. Mi piaceva specialmente il pane integrale, che tende a produrre le pagnotte dense e pesanti.
Nel corso degli anni, ho affinto le mie abilita', grazie soprattutto alle preferenze del mio marito italiano che e' molto meticoloso sul pane, e che mi incoraggia coninuamente – e che mangiar le cose che preparo nel forno, non importa cosa. Alla fine ho abbandonato la mia macchina per fare il pane in cambio di un mixer (anche perche non l'ho mai usato per cuocere), e ho comprato un mixer piu grande dopo aver brucciato il motore del primo piu piccolo (ma mi manca il bel color giallo di quello vecchio ).
Ho comprato anche una pietra per cuocere nel forno, che adoro, e che credo sinceramente aitui a compensare le mancanze del mio forno elettrico anni setanta.
Grazie a qualche libro e sito web, ho imparato molte tecniche, e ho creato una ricetta base per un pane semplice e gustoso, con una parta interna leggere e una crosta croccante (spero!). Sembra che mio marito approvi, e accetto volontieri qualsiasi apprezzamento che ricevo.
La mia famiglia era entusiasta per il “challah”, il pane dolce ebraico fatto con le uova, e coperto tipicamente con semi di papavero o sesamo (preferivamo il papavero). Il pane era piuttosto caro, e lo mangiavamo come una cosa speciale. A un certo punto, mia madre ha comprato qualche libro di ricette per la macchina, e un giorno mi e' venuta in mente l’idea di preparare il “challah” per una frazione del costo.
Onestamente, non mi ricordo il mio primo tentativo, ma sospetto che sia andato bene o non avrei continuato di farlo. La ricetta che usavo era semplice e perdonava abbastanza, e faceva una pagnotta ottima nonostante i miei sbagli e le mie dimenticanze. Siccome la macchina ha fatto l’impasto, io dovevo solo fare la treccia, lasciarla lievitare, lavarla con uova, metterci sopra i semi, a metterla nel forno. Dopo 30 o 40 minuti, avevamo tirato fuori quasi sempre una pagnotta calda, dolce, e deliziosa, e la mia famigla la divorava entusiasticamente, spesso con uno strato di “burro” (sono cresciuta negli anni ottanta – per noi, la margarina e il burro erano la stessa cosa e usavamo le due parole in una maniera completamente intercambiabile).
Mi ricordo vagamente i miei successivi tentativi di diversificare il mio portafoglio, che sono fallito miseramente la maggior parte delle volte. Il challah e' probabilmente a meta' fra un pane e una torta, e le uova e lo zucchero copioso producevano una consistenza eccellente nonostante la mia mancanza di tecnica. Fare il pane vero, d’altra parte, era un disastro, e conduceva nella la maggior parte dei casi a cio' che mio padre chiamava “fermaporte”. Mi piaceva specialmente il pane integrale, che tende a produrre le pagnotte dense e pesanti.
Nel corso degli anni, ho affinto le mie abilita', grazie soprattutto alle preferenze del mio marito italiano che e' molto meticoloso sul pane, e che mi incoraggia coninuamente – e che mangiar le cose che preparo nel forno, non importa cosa. Alla fine ho abbandonato la mia macchina per fare il pane in cambio di un mixer (anche perche non l'ho mai usato per cuocere), e ho comprato un mixer piu grande dopo aver brucciato il motore del primo piu piccolo (ma mi manca il bel color giallo di quello vecchio ).
Ho comprato anche una pietra per cuocere nel forno, che adoro, e che credo sinceramente aitui a compensare le mancanze del mio forno elettrico anni setanta.
Grazie a qualche libro e sito web, ho imparato molte tecniche, e ho creato una ricetta base per un pane semplice e gustoso, con una parta interna leggere e una crosta croccante (spero!). Sembra che mio marito approvi, e accetto volontieri qualsiasi apprezzamento che ricevo.
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